Sottrarre la presenza umana per aumentare la riconoscibilità del terroir. Diminuire le lavorazioni invasive per mettersi a servizio dell’espressività autentica dei vini. Grattamacco ha scelto una vinificazione «nuda», in cui la perfezione del frutto è accompagnata nella sua naturale trasformazione in vino.
Grattamacco ha scelto una vinificazione «nuda», in cui la perfezione del frutto è accompagnata nella sua naturale trasformazione in vino. Le uve, attentamente selezionate durante la vendemmia, vengono lasciate fermentare spontaneamente in tini troncoconici aperti.
Niente temperature controllate ma una costante presenza in cantina per le follature manuali e il controllo delle macerazioni, che sono lente e delicate. La fermentazione malolattica avviene in barriques di rovere francese mantenendo distinte le differenti varietà. L’affinamento è in legno piccolo di rovere, a cui seguono gli assemblaggi e un lungo riposo in bottiglia.
Le lavorazioni sono condotte a mano cercando il minor intervento possibile. Si agisce sui dettagli e sulle reali necessità dei vini, alla ricerca di uno stile «puro», «incontaminato», capace di ripristinare l’autentico legame tra il vino e la sua terra.
«Vinifichiamo a mano, tinello dopo tinello. È un lavoro duro, ma ci consente di percepire le evoluzioni del vino. Lavoriamo per preservare l’autenticità del vigneto, che a Grattamacco definisce in modo univoco l’identità dei vini».
Luca Marrone, enologo